ITINERARIO 7 – Una gita nel Canavese: dalla Valchiusella a Rivarolo Canavese con i Maestri

Il Canavese è una regione storico-geografica del Piemonte che si estende tra la Serra di Ivrea, il Po, la Stura di Lanzo e le Alpi Graie, ossia tutta quella parte di territorio compreso tra Torino e la Valle d’Aosta. Terra di colline e castelli arroccati, di architettura barocca e medievale.
 Nell’itinerario dedicato al Canavese, spezzettato in diverse zone, vi segnaliamo alcune delle escursioni più interessanti, tra monumenti e bellezze naturali, per un’immersione a 360° sulla tradizione e la cultura piemontese di questa zona, oltre ad un approfondimento sulla tradizione enogastronomica.

Cominciamo dai dintorni di Agliè e Cuceglio, a poco più di 30 km da Torino. Ad Agliè troviamo il Castello Ducale che fa parte del circuito delle Residenze Reali del Piemonte. Il castello è frutto di diversi stili che si sono succeduti nel corso dei secoli: ben sette secoli di storia, di bellezze architettoniche, di arredamenti originali preservati, innumerevoli affreschi e quadri di varie epoche. Un vero gioiello da non perdere.

Cosa mangiare cosa comprare nei dintorni di Agliè e Cuceglio

Pasticceria Storica, aperta nel gennaio del 1896: tra i loro clienti, all’epoca, vantano la Famiglia Reale dei Savoia. Ai giorni nostri la casa Reale non esiste più, ma dai Roletti la raffinatezza e l’eleganza sono di casa ancora oggi.
Pierluigi Roletti, la quarta generazione, ora gestisce l’attività di famiglia con sapienza, innovazione e modernità: dai tradizionali Biscotti della Duchessa, le Bignole ripiene di zabaione all’Erbaluce di Caluso e al passito. Le famose Caramelle Quadre, ricetta dei primi del Novecento.

In questa zona vi segnaliamo diverse cantine memorabili, tra cui Cieck, che produce Erbaluce a Metodo Classico tra cui San Giorgio, Il Calliope (che fa un lieve passaggio in legno), e il Pas Dosé Nature, floreale ed elegante: il loro Passito Alladium è una delle migliori interpretazioni di questa tipologia. E poi i rossi, meravigliosi tutti.

E ancora sempre a San Giorgio Canavese:

Una bella meridiana planetaria sulla facciata, un cascinale medievale che ospita, da più di dieci anni, la Tenuta Fontecuore tra vigneti, cantina, con una fattoria didattica e un parco delle biodiversità. Un magnifico progetto quello di Luisa Monticelli e Stefano Desideri che, smessi i panni di dirigente d’azienda lui e psicologa lei, si sono lasciati conquistare dalla bellezza di questo territorio. E nei loro vini ritroviamo questa intensa passione.

Un uomo visionario ma con i piedi ben piantati per terra e nella vigna, Gigi Orsolani, che ama immensamente la sua terra proprio come suo padre, Francesco, che nel 1969 fu il primo a spumantizzare l’Erbaluce, aprendo la strada a tutti gli altri produttori.
 Tra le innovazioni in vigna, quella di impiantare un ettaro di Erbaluce a filare anziché la tradizionale pergola. Ha avuto ragione. Tra i vini ricordiamo: Metodo Classico Brut Cuvée Tradizione, 36 mesi sui lieviti; il 1968 Cuvée Tra- dizione (60 mesi sui lieviti); l’Erbaluce base, floreale e beverino. La Rustia, dai toni intensi e floreali, l’eccellente Passito Sulè. Tra i rossi Acini Sparsi Canavese (Nebbiolo e Neretto di Bairo) fresco e dall’ottima beva e Il Carema Le Tabbie, un nebbiolo che profuma di spezie.

Caretto, attivi sin dall’Ottocento come realtà agricola e vitivinicola, sono oggi nelle mani di Loris Caretto dal 2004. Tra le molteplici attività legate al territorio la produzione di eccellenze agricole come il Fagiolo Piattella (Presidio Slow Food), antichi mais locali come il Pignoletto Rosso, allevamento di bovini di razza piemontese. Producono miele ed è attiva la fattoria didattica. Qui troverete vini da vitigni autoctoni tra cui il Canavese rosso e rosato, l’Erbaluce di Caluso Docg, il Passito.

Cosa vedere verso la Valchiusella

Proseguendo lungo la SP222, troviamo Castellamonte e la sua rotonda Antonelliana (un progetto di Alessandro Antonelli non terminato): Antonelli ha ideato il progetto per la realizzazione della Chiesa Parrocchiale dei Santi Pietro e Paolo. Nell’idea del suo progettista, doveva essere grande e imponente quanto la Basilica di San Pietro di Roma, ma purtroppo la Rotonda non venne mai terminata per mancanza di fondi. Castellamonte è universalmente conosciuta per la lavorazione della ceramica e per la produzione di stufe. Alcune delle stufe più belle originali dell’epoca, si possono ammirare nel Castello Ducale di Agliè. Ogni anno si tiene La Mostra della Ceramica, con esposizione di manufatti locali e internazionali.

Cosa mangiare cosa comprare a Castellamonte e dintorni

  • Goretti panificio: forno e piccola pasticceria

Paolo Goretti, con la moglie Nadia, ha ripreso la panetteria del nonno. Ora produce, a rotazione, circa trenta tipologie di pane. Partendo da impasti con pasta madre e grani antichi macinati a pietra: i siciliani biancolilla e tumminìa (da cui nasce il nero di Castelvetrano) e il monococco piemontese. Oltre al pane, ogni giorno, sfornano focacce genovesi e spianate romane, farcite con prodotti tipici del Canavese o della confinante Valle d’Aosta: salampatata, salignun, fontina e verdure di stagione. Molto apprezzati i grissini intrecciati mizzica con pancetta coppata modenese.
C’è anche una linea di pasticceria, curata da Marco, fratello di Paolo e di lievitati salati, come il panet- tone con olive taggiasche, capperi e acciughe.

Storico mulino, risale agli inizi del 1600: faceva parte di una specie di roccaforte, situata alla confluenza dei fiumi Orco e Piova che controllava i passaggi sul ponte della strada tra Castellamonte e Cuorgnè. Acquistato nel 1911 dai fratelli Giacomo e Angelo Pagliero, è ora gestito dal nipote Giorgio. Le modifiche fatte negli anni e gli ammodernamenti tecnologici non hanno cambiato le pratiche tradizionali. Nella produzione troviamo la farina di mais (coltivato a Rivarolo Canavese) e quattro diversi tipi di farine di grano tenero. Nel punto vendita è possibile acquistare prodotti locali tra cui il riso di San- thià. I Fratelli Pagliero hanno mantenuto la vecchia pratica di macinare grani e mais portati da piccoli contadini, e la consegna è immediata.

A pochi chilometri da Castellamonte, troviamo Cascina Amaltea, un’azienda agricola che dal 1993 coltiva verdure senza trattamenti chimici e produce composte, succhi di frutta, salse e conserve sott’olio.

Un luogo molto speciale: Vidracco e i Damanhur

Nel canavese trovate un luogo che richiama visitatori da ogni parte d’Europa e del mondo: si trova a Vidracco dove vivono i Damanhur.
 È una federazione di comunità spirituali ed artistiche, fondata nel 1975 in Valchiusella. I seicento cittadini di Damanhur che vi abitano hanno dato vita a una società multilingue, aperta agli scambi con il mondo e le diverse culture dei popoli.

Ogni anno Damanhur accoglie migliaia di visitatori e attira l’interesse di studiosi e ricercatori da tutto il mondo nel campo delle scienze sociali, dell’arte, della spiritualità, della sostenibilità ambientale. Da vedere, all’interno della Federazione il Tempio dell’umanità.
 A pochi km da Vidracco, il paese di Colleretto Giacosa dove ha sede l’azienda Riserva Carlo Alberto (Vermouth), legata proprio a uno dei fondatori della Federazione di Damanhur, Tigre Ciliegio.

A nord di Vidracco: Guje di Garavot e Cascatella di Fondo

Raggiungibili da Castellamonte, circa 28 km, sulla strada provinciale che porta a Baldissero Canavese (SP64) e poi verso Vidracco, troviamo (a circa 600 mt di altitudine) le Guje di Garavot (Gole di Garavot) ad Alice Superiore, a 70 km da Torino.
 Nel corso del tempo il fiume Chiusella (affluente della Dora Baltea) ha scavato queste gole caratteristiche dove d’estate ci si rifugia per trovare refrigerio dalla calura cittadina.

Una sosta a Traversella (Sulla SP64) per vedere la Cascatella di Fondo (cascata del Ribordone) con una visuale particolare dal ponte a schiena d’asino, costruzione caratteristica di queste parti. Si trova a Frazione Fondo (TO) a Traversella.

Una gita tra Pont Canavese e Rivarolo Canavese

Tornando giù dalla Valchiusella, troviamo Pont Canavese, di cui sono famosi i portici medioevali: creati intorno al Quattrocento per proteggere le botteghe dalle intemperie e per permettere l’esposizione delle merci sulla pubblica via, ancora oggi mostrano delle botole, fra un portico e l’altro, attraverso le quali si accede alle cantine sottostanti.

La via centrale è denominata Via Caviglione, una volta Via Maestra, cioè la strada principale che da Cuorgné saliva verso la Valle Orco. Fra le antiche abitazioni, una su tutte è da vedere, per la bellezza senza tempo: Palazzo Borgarello, edificio medievale. Subito dopo il Palazzo c’è una pietra miliare che indica la distanza da Torino.

Cosa comprare e mangiare a Pont Canavese

Dal 1931 carni bovine e suine selezionate, insaccati di pregio a stagionatura naturale e prodotti ga- stronomici del territorio a Marchio di Qualità del Gran Paradiso. Troviamo il salam pra d’la fèra, il crudo di Pont (stagionato almeno 15 mesi), lo speck della Valle Orco, tutti prodotti con antiche ricette che non prevedono l’uso di farina o latte in polvere. Da qualche anno anche trote allevate in acqua di sorgente, vendute intere o a filetti, affumicate a freddo.

Utilizzano in prevalenza prodotti locali legati alla tradizione: farine e miele biologico, uova da galline allevate a terra, latte fresco di allevamenti locali. Tra le specialità di Perotti la torta al Caluso Passito, il pandolce del Gran Paradiso e la Tuma at ciculata, composizione a strati di cioccolato e nocciola, simile a un formaggio da affettare. Le ultime due creazioni hanno ottenuto l’attestato di qualità Parco Gran Paradiso.

Cosa comprare a Cuorgnè

Sotto i portici medievali di via Arduino è facile riconoscere l’Antica Pasticceria Pan Belmonte grazie alla splendida devanture, ovvero l’incisione in pietra all’ingresso che ricorda l’anno di fondazione, il 1878. Le boiserie e le vetrinette nell’interno rimandano piacevolmente ad atmosfere gozzaniane. Il dolce che dà il nome al locale, simile alla torta Margherita, venne creato nel 1938: si produce a partire da ingredienti molto semplici (uova, zucchero e farina) e viene confezionato, in forma di lingotto, in una elegante scatola verde con il disegno del santuario mariano di Belmonte: un’immagine molto cara ai Canavesani. Altre specialità realizzate dal pasticcere Elvis Blessent sono i morbidi amaretti su carta, la piccola bignoleria piemontese, la pralineria al cioccolato, i torcetti e alle paste di meliga del Canavese. In stagione ci sono anche i gelati: da provare i gusti Pan Belmonte e amaretto.

Cosa vedere a Rivarolo Canavese

A Rivarolo Canavese, fate una passeggiata in Via Ivrea, nel centro del paese: è una tra le vie più belle ed eleganti del Canavese. Nell’antichità era denominata Via Maestra, centro nevralgico delle attività commerciali. Qui potete visitare anche il Castello di Malgrà, di origine medievale (edificato tra il 1333 e il 1336) dal Conte di Martino di San Martino, feudatario che governava i territori di Agliè e Rivarolo.

Cosa mangiare e comprare a Rivarolo Canavese

Una bella storia contadina: i nonni in visita dalla Valle d’Aosta a Rivarolo per comprare il fieno per la stagione fredda, decisero di acquistare l’attività e trasferirsi ad allevare bestiame a Rivarolo. Oggi la gestione è in mano ai nipoti, Adolfo e Marina, aiutati dai figli Giuseppe e Riccardo: qui si allevano suini e bovini di razza piemontese, nutriti con erba e foraggi coltivati in terreni di proprietà. Insaccati eccellenti tra cui il Salampatata, preparato con carne suina, lardo, patate bollite e spezie, la mocetta valdostana, carne bovino seccata. In vendita anche uova, patate e fagioli di produzione propria.

Materie prime selezionate (come latte, uova e frutta) di alta qualità e biologiche a km zero: questa è la filosofia di Emanuela e Marco, filosofia che comprende sia la pasticceria che la produzione dei gelati. Deliziosi gelati a medio-basso carico glicemico come i gusti mela e bergamotto, kiwi, spinaci e lime. Trovate anche una selezione di pasticceria secca, torte e crostate.

Cosa vedere e mangiare tra Salassa e Ribordone

Non distante da Rivarolo Canavese troviamo il paese di Salassa, sulla SP460: vi consigliamo una tappa per i grissini e le farine di Demartini Mauro Ivan.
 Si prosegue per Valperga a circa 3 km, dove troviamo Molino Peila, specializzato in farine e prodotti senza glutine.

Da qui andiamo a Ribordone, dove troviamo i deliziosi formaggi d’alpeggio di

  • Aurelio Ceresa (Alpe Oregge)
Nel 2007 Aurelio Ceresa decide di tornare alle origini, riprendendo l’attività dell’alpeggio di famiglia. La caseificazione dell’alpe Oregge, nel cuore del Parco Nazionale del Gran Paradiso, privilegia i for- maggi d’alpeggio a latte crudo come la toma e il fontal, sfruttando le capacità di affinamento di un vecchio crutin. Ultimi nati in casa Ceresa il Blu di capra e il Blu di vacca: i formaggi sono in vendita nei mesi estivi all’Alpe Oregge e tutto l’anno a Cascina Ollera, a None, dove si trova la sede aziendale.

La mappa dell’itinerario nel Canavese dalla Valchiusella a Rivarolo Canavese

Ecco la mappa dell’itinerario nel Canavese dalla Valchiusella a Rivarolo Canavese con i Maestri del Gusto: trovate tutti gli indirizzi dei Maestri del Gusto e i luoghi da visitare a questo link.

[Itinerario in collaborazione con Travel With Gusto]